Vera, l’applicazione di dressing virtuale raccoglie 8 milioni di euro
Vera è un’applicazione di dressing virtuale che ti propone l’outfit in base al meteo e al guardaroba.
Lanciata nel dicembre 2019 da Nada Bargachi e Olivia Breysse, Vera, è l’applicazione di dressing virtuale che, grazie all’intelligenza artificiale, consiglia outfit a seconda del meteo.
Ultimamente la start up “Vera” ha raccolto 8 milioni di euro da Perpetua Investment Group, fondo di investimento con sede a Dubai.
Nel marzo 2021 Vera aveva già fatto appello al crowdfunding tramite una campagna su Ulule. L’obiettivo era finanziare i costi tecnici, come i server, la manutenzione dell’applicazione e l’algoritmo.
In questo articolo estratto da Wooowmag.it, vi raccontiamo sul blog di FAIRE HUB come funzione l’app Vera e i benefici che offre.
La storia di Vera, l’app che aiuta a vestirsi
Vera è un’app di dressing virtuale che propone tre outfit al giorno in base al meteo e al proprio guardaroba.
Siamo a Parigi. Dopo dieci anni trascorsi nel mondo della moda, un master in Global fashion Management presso il facoltoso istituto di moda francese (FMI), Nada Bargachi, appassionata di moda, intraprende l’attività imprenditoriale.
Decisivo nel 2019 l’incontro tra la Bargachi e Olivia Breysse, dottoressa in Intelligenza artificiale, specialista in blockchain e data scientist.
Le due partners fondano “Vera”: un omaggio all’artista Vera Molnar, il cui stile pittorico è simile a un algoritmo!
Trascorsi sei mesi dal lancio il team Vera, a causa di una carenza di risorse umane e finanziarie, si è verificato un eccessivo afflusso in piattaforma, pertanto gli utenti vengono messi in lista d’attesa.
Nel marzo 2021 le fondatrici di Vera fanno appello al crowdfunding tramite una campagna su Ulule. L’obiettivo era finanziare i costi tecnici, come i server, la manutenzione dell’applicazione e l’algoritmo.
Sembrava un traguardo lontano e invece la start up “Vera” ha raccolto 8 milioni di euro da Perpetua Investment Group, fondo di investimento con sede a Dubai.
Come funziona l’app?
Gli utenti scattano una foto dei capi del proprio guardaroba e un’intelligenza artificiale ottimizza il contenuto degli armadi proponendo nuove combinazioni di vestiti. Questo processo avviene senza inserire alcuna descrizione poiché l’intelligenza artificiale riconosce i capi grazie a 22 attributi stilistici. Tutto questo è possibile grazie a un algoritmo di deep learning a cui è stato trasmesso il senso della moda e dello stile in collaborazione con il prestigioso istituto di moda francese (IFM).
L’algoritmo intuisce che un determinato accostamento è errato oppure che a 0° è necessario indossare un piumino!
Ogni giorno l’applicazione propone tre outfit diversi, a seconda del tempo metereologico.
L’obiettivo: comprare meno e meglio.
Difatti Nadia Bargachi va ben oltre! Mira a creare un mercato per vendere prodotti di seconda mano: “Grazie all’intelligenza artificiale, Vera potrebbe offrire altri usi. Il capo non selezionato potrebbe, ad esempio, essere offerto in noleggio, in baratto, essere regalato o addirittura essere venduto ad un altro utente della stessa morfologia. L’idea è quella di creare un enorme spogliatoio virtuale destinato a tutti gli utenti, preferibilmente della stessa area geografica per evitare imballaggi e trasporti eccessivi”.
Come afferma la Bargachi, è evidente che la produzione tessile continua a crescere laddove i consumatori utilizzano solamente il 30% dei vestiti che possiedono.
La maggior parte delle app create inducono al consumo.
Con l’aiuto dell’innovazione invece si vuole portare la tecnologia nella vita quotidiana delle persone in modo da sviluppare un impatto responsabile nell’industria tessile.
A questo link è presente l’articolo originale.
Visual Search nell’industria Fashion [Innovation Management Report]
Come riportammo nell’articolo relativo il Visual Search & Commerce, nel settore moda la ricerca visiva è diventata un elemento imprescindibile al fine di migliorare l’esperienza dei clienti.
Infatti, un sondaggio di The Intent Lab ha affermato che, nella categoria Fashion & Luxury, le informazioni visive sono preferite rispetto al testo da almeno il 50% degli intervistati.
Oggi la maggior parte delle scoperte di prodotto avviene su un dispositivo mobile.
Il Visual Search infatti riduce il tempo e le energie che i clienti impiegano a ricercare il prodotto desiderato e offre proficue opportunità alle aziende che usano questi tool.
Fonte: Innovation Management Report FTA – Fashion Technology Accelerator (partner Faire Hub)