Tissavel ottiene una fibra ibrida per produrre pellicce sintetiche grazie a nuove tecnologie.
Tissavel ottiene una fibra ibrida con cui produrre pellicce sintetiche a pelo lungo grazie agli avanzamenti nella tecnologia di fabbricazione del tessuto.
Il tessile, dunque, è sempre più sensibile alle nuove tecnologie per trovare soluzioni sostenibili.
Fin dai suoi esordi, nel 1953, la francese Tissavel, di proprietà della nipponica Mitsui, si è distinta in Europa come azienda leader nello sviluppo e nella produzione di tessuti per pellicce sintetiche premium. La società ha realizzato copie altamente fedeli di volpi, visoni, zibellini, lupi o raccoon.
Oggi presenta un’innovazione destinata a segnare un punto di svolta nel suo segmento. Si tratta di una fibra di poliestere riciclato che consente di produrre pellicce a pelo lungo sostenibili, più leggere e dalla vestibilità migliore. L’articolo che abbiamo scelto per il blog di FAIRE HUB è un estratto di quello scritto da Gianluca Bolelli su Fashion Network.
La fibra Kanecaron: il racconto di Bruno Massa – Chief Merchant Tissavel
Tissavel, da sempre attento al tema della sostenibilità, utilizza da tempo fibre naturali biodegradabili e tessuti 100% in poliestere riciclato.
Da oltre 50 anni, la sua proprietaria Mitsui ha sviluppato un sodalizio con l’azienda Kaneka Corporation, anch’essa di Osaka, che progetta e produce fibre speciali.
In particolare, è proprietaria della fibra modacrilica Kanecaron.
“Nata come fibra per tessuti antifiamma, utilizzata da pompieri, soldati, operai di piattaforme petrolifere al posto dell’amianto, rivelatosi tossico, di recente il Kanecaron si è dimostrato la fibra con la resa realistica migliore per tessuti da pelliccia. Questa fibra ha la caratteristica di imitare al meglio il pelo animale e il capello umano, diventando quindi il materiale principale per fare parrucche” ha raccontato a FashionNetwork.com Bruno Massa, Chief Merchant di Tissavel per tutto il mondo.
“Recentemente c’è stata una grande richiesta di materiali sostenibili sul mercato. Perciò Kaneka, per non perdere la leadership conquistatasi col pelo sintetico, ha brevettato un poliestere riciclato. Una fibra chiamata KP, che ha la caratteristica di supportare le stesse pressioni e temperature richieste per la lavorazione del Kanecaron, potendo essere mischiato ad esso per ottenere una fibra ibrida che consente di realizzare peli lunghi. I normali poliesteri riciclati si brucerebbero”.
Ogni produttore sul mercato è in grado di utilizzare il poliestere, ma solo per realizzare peli corti, come castorini o agnellini. “Con l’esclusivo brevetto Kaneka per Tissavel, noi siamo l’unica azienda sul mercato che possa fornire questo pelo lungo riciclato, certificato GRS”, spiega Bruno Massa.
Gli obiettivi futuri di Tissavel
Nei prossimi 5 anni Tissavel punta a raggiungere i 50 milioni di dollari di vendite, triplicando il fatturato attuale, che “sull’Europa è stato di una decina di milioni di euro nel 2020, +20% di incremento sull’anno precedente.
“L’azienda prevede di crescere in modo sostanziale nei prossimi anni, anche perché il materiale è sempre più popolare e sempre più brand si rivolgono a pellicce e filati sintetici”, precisa Bruno Massa.
“Al momento stiamo lavorando con grandi marchi italiani, ma stiamo riprendendo il rapporto anche con etichette francesi, che rappresentano il background storico di questa azienda”, prosegue Massa, “la quale collaborava con label del calibro di Dior, Kenzo, Guy Laroche, Thierry Mugler o Jean Paul Gaultier.”.
“Vogliamo fortemente presenziare a Milano Unica, che però ammette soltanto produzioni europee. Per questo motivo abbiamo iniziato a confezionare una piccola gamma di tessuti in Toscana”.
Una produzione composta da lavorazioni molto particolari e stampe digitali, ma anche colori naturali, fra le quali appare persino una serie di tessuti di lana tinti col mirtillo, la mandorla, la pesca o l’esedra.
Tissavel s’inserisce quindi nel filone – ormai imprescindibile per qualsiasi azienda seria del settore tessile – della maggiore attenzione all’ambiente nei processi produttivi, anche se “realisticamente il concetto di sosteniblità è molto relativo. Qualsiasi materiale prendiamo impatterà sempre sull’ambiente”, ricorda Massa.
Esistono materiali realmente sostenibili?
Dunque, la conclusione è che non esista nessun materiale che sia al 100% sostenibile? “Noi ci stiamo avvicinando a questa percentuale, grazie a una fibra in fase di prototipazione, ancora da perfezionare”, assicura infine Bruno Massa. “Si tratta di un astrakhan in 100% viscosa derivato dalla cellulosa del legno, realizzato in collaborazione con l’azienda tessile tedesca Bemberg, perfettamente biodegradabile (quindi non è sintetico, ma artificiale), che comunque richiede ancora una serie di lavorazioni chimiche nel processo. Dunque la sua realizzazione impatta molto poco sull’ambiente e per niente sul prodotto finito”.
Tissavel
Dal 2019, Tissavel è condotta dall’azienda Mitsui Bussan I-Fashion Co. Ltd. di Osaka, in Giappone, una società affiliata alla holding Mitsui&Co., e dall’altra azienda Dong Lim Co. Ltd. Mitsui gestisce vendite e marketing, Dong Lim, principale produttore della collezione, è specializzato nella fabbricazione di tessuti in pelliccia con telai Raschel doppi, come da tradizione Tissavel.
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