Una rivoluzione nella cosmetica grazie a intelligenza artificiale e bioscienza
La cosmetica sta vivendo una vera e propria rivoluzione. Anche la cosmesi si avvale dell’uso dell’Intelligenza artificiale per migliorare le performance dei propri prodotti.
Trucchi che reagiscono al flash dello smartphone, alla temperatura corporea e, in futuro, persino al codice genetico. Creme componibili, analisi digitale del viso. Bastano due secondi all’intelligenza artificiale per leggere e comprendere un volto, ciò di cui ha e avrà bisogno, e presto anche che cosa desidera.
L’uso delle nuove tecnologie sembra non avere confini. E proprio per questo abbiamo selezionato una lettura dal Sole 24 Ore, firmato da Alexis Paparo, per il nostro Blog.
L’AI a servizio della cosmetica: Perfect Corp, AI Face Analyzer e Skin Analyzer
È in atto una rivoluzione cosmetica. Bastano una manciata di secondi per tradurre tutte le informazioni che l’AI raccoglie in consigli e possibilità concrete per la persona che sta dietro a quel volto. Insomma, in circa 20 secondi l’AR Virtual Makeup Try-On di Perfect Corp restituisce le cinque migliori combinazioni possibili del proprio viso e dei prodotti di un brand, lasciando all’utente la possibilità di personalizzarle ulteriormente.
Il motore di ricerca AI Face Analyzer, addestrato utilizzando 100mila volti di etnie, età e caratteristiche diverse, rileva oltre 70 tipi di tratti del viso per fornire consigli davvero su misura. L’ultimo nato dell’azienda, lo Skin Analyzer, è stato sviluppato usando oltre 70mila immagini di tipo medico per creare algoritmi di deep learning.
Verificato anche da esperti nella cura della pelle, effettua una mappatura del volto a 180 gradi. In due secondi rileva 14 tipi di condizioni cutanee: dall’acne alle rughe, dalle borse sotto gli occhi alla pelle lucida.
Questo è il presente, non il futuro del mondo della bellezza e della cura di sé. Per i grandi marchi come per quelli di nicchia, la personalizzazione estrema e il rapporto uno a uno sono l’altra grande tendenza del momento. Naturalmente insieme alla sostenibilità di prodotti, processi produttivi e supply chain.
La personalizzazione e la simulazione grazie all’AI
“La vera personalizzazione si ottiene tramite l’intelligenza artificiale. Così siamo in grado di dare consigli sempre migliori. Leggendo le sue microespressioni, possiamo capire il modo in cui una persona si sente in un dato momento, la sua reazione a un odore o a un colore. Le applicazioni possibili vanno dalla psicologia alla medicina. Anche se per noi, il focus rimane naturalmente il mondo della bellezza“, afferma Wayne Liu, senior vice president e general manager di Perfect Corp.
L’altra tendenza forte è la simulazione. “A settembre abbiamo lanciato un prodotto chiamato YouCam Time Machine, che permette di acquisire lo status della pelle di una persona oggi e di proiettarla avanti di 20/30 anni – prosegue Liu. Questa tecnologia ci permette di immaginare come cambierà la persona se la si cura e se non lo si fa. Questo tipo di simulazione può essere portata a un livello più alto, con risvolti dermatologici e medici, ma anche essere usata per divertirsi, tanto che abbiamo appena lanciato una versione per il grooming maschile“.
La personalizzazione made in Italy: Barbara Poli
L’altra faccia della personalizzazione chiama in causa il consumatore in modo pratico, coinvolgendolo nella creazione di prodotti beauty che partono da un’analisi accurata delle sue esigenze. Una maggior soddisfazione che corrisponde anche a una riduzione degli sprechi. La dottoressa Barbara Poli ha impiegato sette anni di ricerca per trovare l’algoritmo e i successivi per i riscontri scientifici alla base della crema perfetta. Tutto parte da un test brevettato che aiuta a individuare la propria tipologia di pelle fra cinque possibilità, in base al corretto bilanciamento di acqua e lipidi (il tipo zero necessita di tanta acqua e pochi lipidi, il quattro ha bisogno di più lipidi e meno acqua). Di conseguenza si elabora un prodotto che va a ripristinare il suo naturale equilibrio.
Si può fare il test nel laboratorio di Polí Scientific Beauty a Muscoline, in provincia di Brescia, da un rivenditore Polí, oppure acquistando un kit che contiene due sieri viso, un beauty device e tutte le istruzioni per individuare lo skin type e creare la propria crema personalizzata.
Oltre i limiti della personalizzazione: The Unseen
Chi da anni sta spostando in avanti i limiti della personalizzazione è la designer e “alchimista dei materiali” Lauren Bowker. Nel 2014, aveva molto fatto parlare di sé un headpiece realizzato per Swarovski dalla londinese The Unseen, fondata e diretta da Bowker e da un team di neuroscienziati. Le pietre che lo componevano erano state ricoperte con un inchiostro capace di far cambiare colore in risposta all’attività cerebrale di chi lo indossa.
Poi qualche anno di silenzio fino al 2017, quando Bowker presenta sul mercato la prima tinta per capelli che si trasforma in base alla temperatura.
A fine ottobre il ritorno in scena con Spectra, il primo ombretto al mondo che cambia aspetto e colore se visto dal vero o attraverso la fotocamera di uno smartphone. Poi c’è stato il lancio della divisione The Unseen Beauty, che realizzerà prodotti a base di pigmenti e formule derivate dai decennali studi in scienza dei materiali di Bowker.
Saranno capaci di «trasformarsi, adattarsi a chi li indossa e alle condizioni ambientali come luce, calore, temperatura, atmosfera e mondo digitale in cui siamo immersi», spiega la fondatrice.
Le scoperte di Bowker sono applicate con successo in molti campi, dal mondo dello sport a quello della moda, fino alla sensibilizzazione ambientale. Ha sviluppato il progetto di una giacca che cambia colore progressivamente se tenuta a contatto con le emissioni di carbonio.
Perché il passaggio al mondo del beauty? “Voglio celebrare la pelle in tutta la sua diversità, invece che mascherarla in un’estetica standardizzata. Anzi, ampliare lo spettro delle possibilità, dando vita a qualcosa che non è mai esistito, capace di interagire perfino con il nostro codice genetico” conclude Bowker.
A questo link è presente l’articolo integrale.